INPS, “Ci siamo sbagliati, dovete ridarci i soldi indietro”: prendete il bonifico e rispeditelo al mittente subito

Arrivano comunicazioni dall’INPS per molti cittadini che dovranno così restituire ingenti somme di denaro. Cosa sta succedendo.
La NASpI è un ammortizzatore sociale fondamentale per i lavoratori dipendenti che si ritrovano senza un impiego per cause non imputabili a loro stessi. La sua funzione è quella di fornire un sostegno economico temporaneo. Per poterne beneficiare, il richiedente deve soddisfare precisi requisiti contributivi e di anzianità lavorativa.
Secondo i dati INPS, il numero di persone che ogni anno riceve la NASpI si aggira intorno ai 2,6-2,7 milioni, a seconda dell’andamento del mercato del lavoro. Questa cifra, pur significativa, ha subito una lieve diminuzione negli ultimi anni, in linea con l’andamento del tasso di disoccupazione.
L’importo e la durata della prestazione variano in base a diversi fattori. L’indennità viene calcolata in percentuale sulla retribuzione media mensile imponibile degli ultimi quattro anni. La durata massima è pari alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio, con un limite massimo di due anni.
Per accedere a questo beneficio, il lavoratore disoccupato deve presentare la domanda all’INPS entro 68 giorni dalla perdita dell’occupazione. L’istituto, dopo aver verificato il possesso dei requisiti, avvia l’erogazione della prestazione.
Restituzione di fondiA seguito di verifiche e controlli incrociati, l’INPS e l’Agenzia delle Entrate stanno intensificando il recupero di bonus e indennità erogate in modo improprio. Non è raro che i cittadini ricevano somme senza averne i requisiti. La restituzione di questi fondi, spesso notificata con un preavviso minimo, può creare gravi difficoltà economiche per chi si trova costretto a rimborsare cifre consistenti.
Questa problematica evidenzia un doppio rischio: da un lato l’evasione fiscale, dall’altro la gestione errata dei bonus che, pur non essendo un reato, genera indebiti che lo Stato deve poi recuperare. Le agenzie competenti utilizzano strumenti sempre più precisi per intercettare queste anomalie, ma spetta al cittadino l’onere di vigilare sulla correttezza delle informazioni fornite e di restituire tempestivamente le somme non dovute.

L’INPS può richiedere la restituzione della NASpI in caso di erogazioni indebite, che si verificano per diversi motivi, tra cui errori nel pagamento, la mancata comunicazione di un nuovo impiego o la perdita dei requisiti per ricevere l’indennità. Se si riceve una richiesta di rimborso, è fondamentale non ignorarla ma analizzarne attentamente i dettagli e le motivazioni indicate dall’Istituto.
Nel caso si ritenga ingiustificata la richiesta, è possibile presentare un ricorso amministrativo entro 90 giorni. Inoltre, è bene sapere che l’INPS ha un termine di prescrizione di 10 anni per richiedere la restituzione di quanto percepito indebitamente. Se non si è in grado di rimborsare in un’unica soluzione, si può richiedere una rateizzazione dell’importo.
Sicilia News 24